Circolo Ambiente "Ilaria Alpi" - Sentenza 'ndrangheta a Cantù: dopo le condanne, la società civile si deve mobilitare per la legalità!

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"Aveva ragione la Direzione Antimafia di Milano: quella di Cantù era vera "mafia" e non semplice bullismo di piazza!"
Possiamo commentare così la sentenza emessa oggi dal Giudice del Tribunale di Como che ha comminato condanne per un totale di oltre 100 anni ai 9 imputati per le sparatorie e i pestaggi verificatisi nel periodo 2015-2016 nella piazza centrale di Cantù. La Procura Antimafia aveva visto giusto fin dall'inizio dell'indagine, partita con l'arresto di alcuni imputati, parlando di fatti di "mafia". A Cantù gli 'ndranghetisti erano liberi di scorrazzare nella piazza centrale della città, senza che nessuno abbia mai denunciato i fatti! Come associazione che da anni si occupa di antimafia, vogliamo sottolineare che ora nessuno può permettersi di dire che Cantù è un isola felice. Secondo noi questa sentenza deve dare la scossa affinché la cittadinanza si svegli, rinneghi il passato di omertà e inizi a lottare contro la presenza della 'ndrangheta nel nostro territorio. Serve grande senso civico e più coraggio.  Noi come associazione ci abbiamo messo più volte la faccia a Cantù, addirittura prima della retata della DDA, a settembre 2017 organizzammo il "Festival della Legalità", per cercare di svegliare le coscienze dei Canturini, purtroppo con deboli risultati in termini di partecipazione. Poi siamo stati i primi, da soli, a chiedere che il Comune si costituisse parte civile nel processo, anche qui nulla si è mosso. Ecco, oggi si è sentita molto l'assenza delle Istituzioni, e in particolare del Comune di Cantù e di Regione Lombardia, che avrebbero dovuto costituirsi parte civile nel processo! Ora, dopo la sentenza odierna, la comunità canturina deve trovare il coraggio di superare questa onta, lottando per far prevalere la legalità nel territorio. E poi scegliendo amministratori pubblici disposti a metterci la faccia nella lotta contro la 'ndrangheta, piuttosto che negarne o sminuirne la presenza, come purtroppo alcuni hanno fatto in passato. Le mafie vanno sconfitte con la denuncia e la partecipazione civica, come in più occasioni ci hanno ricordato i magistrati impegnati sul campo, a partire dalla dottoressa Alessandra Dolci, responsabile della DDA di Milano, fino al dottor Nicola Piacente, a capo della Procura di Como. Concetto ribadito con enfasi anche dal professor Nando Dalla Chiesa, che è stato nostro ospite a Mariano Comense lo scorso lunedì, in una sala piena con più di 300 persone vogliose di schierarsi dalla parte della legalità.
Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente "Ilaria Alpi"

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“Esistono le fake news, ovvero le notizie false, e le ‘fake propaganda’. Almeno a Cantù, a quanto pare. A 2 mesi dalle elezioni il centrodestra canturino continua a rendere pubbliche sulla stampa iniziative tardive o trite e ritrite, con la consapevolezza che ormai il mandato è scaduto e, concretamente, non potranno più far nulla”, lo dice Roberto Bianchi, segretario del Circolo Pd di Cantù a proposito della campagna elettorale.
“Pubblicità gratuita che nasconde il fatto che a oggi mentre le opposizioni sono più che pronte per le amministrative, la maggioranza uscente non propone nemmeno il nome del candidato sindaco. Perché? Forse il nome e il programma elettorali non devono essere di interesse dei cittadini? I consensi nazionali permettono al centrodestra di infischiarsi del rapporto con la città? Oppure è la difficoltà di aver cambiato sindaco-vicesindaco-vicesindaco per tre volte in tre anni e non sapere più chi candidare, se non un qualcuno non della Lega? – si chiede Bianchi – Un mistero. Intanto, i cittadini, come dal giorno della decadenza dell’ex sindaco Arosio, attendono”.

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“La vicesindaco Galbiati, a proposito dell’iniziativa contro le mafie, parla di ‘anno zero’ per Cantù nella lotta contro queste organizzazioni criminali. Ma si sbaglia, forse confusa dal susseguirsi di incarichi di sindaco e vicesindaco, Arosio, Maspero,Galbiati, e si è persa alcuni passaggi: qui siamo a meno uno”, attacca così Roberto Bianchi, segretario del Circolo Pd di Cantù, commentando la giornata di sabato e la posizione della vicesindaco.
“La sua Giunta ha visto un assessore bollare fatti andati a processo per ‘ndrangheta come bullismo – prosegue Bianchi –. È la stessa Giunta che ha attivato l’Osservatorio per la legalità allo scadere della sua attività politica e soprattutto è quella che non si è costituita parte civile nel processo contro l’ndrangheta a Cantù. La vicesindaco deve quindi recitare il mea culpa per tutti questi episodi, ammettere che la sua amministrazione poteva fare meglio, e solo allora i conti saranno a zero e la giornata di sabato, piena di positività, sarà il punto di partenza per iniziare un percorso comune”.
Anche perché, secondo il segretario Pd, i segnali allarmanti persistono, come “l’ennesimo incendio nella discarica di Mariano Comense, solitamente una delle operazioni tipiche delle mafie organizzate, dove già in passato il sindaco aveva fatto denuncia verso ignoti. Che sia o non sia così, indagherà chi di dovere, è un segnale. Si sappia però che la manifestazione anti ‘ndrangheta di sabato scorso a Cantù ha smosso le coscienze e, qualsiasi cosa succeda, i cittadini saranno pronti e più che attenti”.

Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” - Processo ‘ndrangheta: a Cantù deve prevalere la legalità!

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Interveniamo in merito a quanto sta succedendo presso il Tribunale di Como, nel corso del processo contro i responsabili (alcuni dei quali accusati di associazione mafiosa) dei pestaggi e delle sparatorie verificatisi in centro a Cantù negli scorsi anni.  
Riteniamo gravissimi, oltre che fuori luogo, i recenti attacchi alla stampa e ai cronisti, ai quali rivolgiamo invece la nostra solidarietà, oltre che il ringraziamento per l’attenzione con cui seguono, con grande professionalità, le vicende e la cronaca legate proprio alla presenza mafiosa nel nostro territorio.
Come Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” da tempo ci occupiamo di legalità e di lotta alle mafie in provincia di Como e nel Canturino. E siamo preoccupati per quanto sta avvenendo in queste settimane in Tribunale a Como: un clima “intimidatorio”, in cui alcuni famigliari degli imputati si permettono di schiamazzare conto testi e PM. E ora alcuni avvocati della difesa che criticano la stampa e la presenza dei cittadini (!), i quali invece, grazie alla loro partecipazione, costituiscono un doveroso presidio di legalità.  
Far prevalere la legalità è proprio il primo obiettivo da perseguire. L’abbiamo più volte detto, anche durante l'incontro pubblico organizzato dalla nostra associazione lo scorso novembre nella sala dei convegni di Cantù, alla presenza di 200 persone. Anche in quella occasione abbiamo cercato di stimolare la voglia di legalità da parte dei Canturini, così come abbiamo, per primi, chiesto al Comune di Cantù di costituirsi parte civile nel processo. In quest’ultimo caso abbiamo purtroppo ottenuto risposte negative (che evidenziano una grave sottovalutazione del fenomeno ‘ndrangheta) da parte delle forze politiche che sostengono l’attuale maggioranza in Comune.  
Ora possiamo invece constatare, seppur con ritardo e solo a seguito dei gravi episodi durante il processo a Como, che si è avviata una positiva mobilitazione civica (a partire dalla presenza della Commissione Regionale Antimafia, delle associazioni e degli studenti), a tutela della legalità.   

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